E siamo a tre. Il terzo anno. Il Canda calcio continua la sua crescita. Presidente: che cosa tenere e che cosa buttare delle prime due stagioni?
Per prima cosa dobbiamo tenere il favoloso gruppo che si è creato, unico e grande: è questa la cosa più ci rende orgogliosi.
Dobbiamo in ogni caso tenere tutto, anche le pochissime cose negative, perchè comunque sono esperienze e le esperienze insegnano.
Di conseguenza niente da buttare.
Propositi per il prossimo anno? Obiettivi?
Acquisire una maggiore consapevolezza dei nostri mezzi, che per questa categoria sono tanti e l’abbiano dimostrato in più occasioni.
L’obbiettivo deve essere sempre migliorarsi, e visto il risultato dell’anno scorso, il punto di partenza è buono. Questo comunque non deve essere vissuto come un obbligo, cosa che potrebbe dar luogo a malumori in caso di non riuscita o farci considerare un fallimento una classifica dal secondo al quinto posto (permettetemi di considerare i play-off come un obbligo), ma dobbiamo avere la mentalità giusta per provare a vincere il più possibile, e sono sicuro che ci divertiremo.
Il calcio amatoriale è una realtà a parte, segue regole e tempi diversi, dettati da uno spirito diverso dei giocatori e della dirigenza, che spesso si fondono insieme. Lei che conosce bene le due realtà (amatoriale e di categoria): cosa salvare dal calcio di categoria e cosa, invece, il calcio amatoriale deve imparare? Difficile, noi abbiamo diversi giocatori che ben figurerebbero in categoria, credo che la differenza la facciano le motivazioni che possono essere tantissime in un senso o nell’altro. Ci sono positività e negatività sia in categoria sia a livello amatoriale, sono mondi diversi con esigenze diverse e obbiettivi diversi. Difficile fare paragoni, ma credo dipenda da motivazioni e disponibilità economica e di strutture, che purtroppo per noi sono carenti.
Quanto conta la squadra in sé e quanto conta ciò che vi gira attorno? (pubblico, supporters, etc..)
Come dicevo prima, ed è la cosa a cui tengo maggiormente, quando parlo di eccezionale gruppo, intendo certamente tutti coloro che gravitano attorno alla squadra, nessuno escluso, tutti sono fondamentali per portare avanti con entusiasmo il nostro percorso.
Anche quest'anno la rosa a disposizione di Marchesini è risicata: giocatori chiave vengono meno o ad inizio campionato sono a mezzo servizio.
Anche negli anni scorsi è successo la stessa cosa ed è opinione comune che, se così non fosse, la squadra di Canda non avrebbe problemi a ritagliarsi un ruolo importante nel campionato, anche nelle fasi finali.
Avete anche dimostrato di avere un organico che sa affrontare situazioni di questo tipo con giocatori, vedi Bonfante ad esempio, pronti a sacrificarsi per ricoprire le zone lasciate vuote dai compagni infortunati. Tuttavia abbiamo mancato nelle due passate stagioni la stoccata finale.
La squadra di Canda ha uno spirito strano, indomabile ed imprevedibile, è successo di vederla vincere partite difficilissime (vedi Opel Vighini) e di mancare il bottino pieno in partite a dir poco abbordabili e di importanza vitale.
Lei che forse la conosce meglio di tanti altri: qual'è la forza della squadra e quale il grosso difetto? Perché, secondo lei, certe volte è in grado di ruggire come un leone e altre volte mette la testa sotto la sabbia come uno struzzo?
No non credo assulutamente che la nostra squadra abbia mai messo la testa sotto la sabbia. Non è certo nel nostro DNA. Il calcio è cosi, non sempre si riesce a ruggire come si vorrebbe, dipende anche dagli altri. Credo che siamo migliorati tantissimo, grazie al notevole e apprezzatissimo lavoro del nostro mister Marchesini (per me amico fraterno), soprattutto nell’affrontare le emergenze di organico dovute a infortuni e assenze varie. Certamente, rispetto al passato, la squadra affronta questo problma con molta più fiducia nel gruppo, indipendentemente da chi gioca o chi manca,.
La squadra ha preso consapevolezza del fatto che tutti, in un modo o nell’altro, sono in grado di dare un contributo importante, e questo alla lunga sarà una delle nostre carte vincenti.
Ne sono sicuro.
Per finire la più importante: quest'anno giocherò?
Poco poco credo.
Grazie Presidente.
Alejandro